L’idea mi è venuta di colpo, come una ventata a ciel sereno.  Ripensandoci non potevo avere illuminazione migliore quella sera.
: “Stavo pensando…”

Chi mi conosce inizia a tremare quando pronuncio questa frase.

: “Vorrei vedere le Tre cime di Lavaredo!” Ho esordito, così dal nulla, durante una cena.
: “Ma lo sai che per arrivarci c’è un trekking? E tu non solo non sei mai andata in montagna in estate, ma non hai nemmeno mai fatto trekking!”
: “Sarà la mia prima volta!”

E così è stato.
Il 18 settembre 2020 ho scoperto uno dei posti più belli al mondo e quella che sarebbe diventata una passione, la mia boccata d’ossigeno. Il trekking.

Ovviamente per arrivarci non abbiamo preso la via più semplice, no, perché una volta che sono in ballo mi piace ballare.

Ma partiamo dall’inizio.

Decidiamo di trascorrere il weekend a Dobbiaco, inaugurandolo con la visita al surreale lago di Braies, ma di questo magari ve ne parlo in un altro momento.

Il Giorno X era un sabato, quando al mattino ho aperto la finestra della camera dell’hotel una coltre di nuvole bassissime sorvolava il cielo.
Non vi nego che mi sarei messa a piangere. Erano mesi che aspettavo quel giorno!
: “Amore, tranquilla adesso facciamo colazione e quando torniamo a vestirci le nuvole non ci saranno più!”

Come per magia, dopo mezz’ora, erano sparite!

Inizia l’avventura, ma prima una coccola alle mucche lungo la strada

Avevo studiato i percorsi mille volte, sapevo che il più facile era l’anello di 9km dal rifugio Auronzo, opzione scartata fin da subito, ovviamente!

 

Siamo partiti dal lago di Misurina.

I primi 7km eravamo carichissimi, o meglio io primi 5km, poi quando il Rifugio Auronzo (punto di partenza e arrivo dell’anello) ha fatto capolino tra gli alberi, sembrava inarrivabile. Il sentiero era ripidissimo, la strada una serpentina di curve.

Cosa facciamo?

Proseguiamo ancora un po’ nel bosco e poi prendiamo la strada.

Quel rifugio era un’apparizione, ma ancora per poco.

Dopo 2h di camminata eravamo a mangiare un bella polenta ai funghi, la giusta carica per gli ultimi 9km!

Ripartiamo subito dopo pranzo, per non rischiare chiudere il giro, facile e percorribile da tutti, con poca luce.

Ci dirigiamo così lungo il sentiero per il rifugio Lavaredo e proseguiamo per il rifugio Locatelli, tenendolo d’occhio sopra di noi.

Meno di un’oretta di camminata e, il respiro si blocca, davanti a quello che non credevo fosse una delle fotografie più belle che i miei occhi potessero vedere: le Tre cime di Lavaredo.

Ci siamo fermati un tempo infinito ad ammirarle, bellissime, maestose.

Dopo le foto di rito decidiamo di ripartire, no aspetta voglio gustarmele ancora un secondo!

 

La chiusura del giro si snoda tra discese, salite piuttosto ripide, il fiato corto è solo un dettaglio quando sei circondato da tanta bellezza.

Dopo circa 3h siamo tornati al Rifugio.

La mia esclamazione è stata : “Ripartiamo?!”. Il mio moroso aveva la faccia tipo cartone giapponese con gocciolina a lato degli occhi.

Da qui caffè e autobus per tornare alla macchina. Si, anche l’andata avremmo potuto farla in autobus!

 

Piccole tips sulle Tre cime, chiamate anche Drei Zinnen:

Sono tra le montagne più famose delle Dolomiti, collocate nel Parco Nazionale delle Tre Cime,  a metà tra il territorio di Auronzo di Cadore (Belluno) e Dobbiamo (Bolzano).

Sono patrimonio UNESCO.

Per i più curiosi, i loro nomi sono:

  • Quella centrale, è la più alta, chiamata la Grande con i suoi 2999m;
  • la seconda, con i suoi 2973m è  la Cima Ovest;
  • la più bassa e la più bella con i suoi 2857m è la Cima Piccola.

Me ne sono così innamorata che l’ultima foto è stata fonte d’ispirazione per un tatuaggio.