13 ottobre, Reykjavìk.

Ho visto realizzarsi non uno ma due, due sogni. I MIEI SOGNI, quelli che rincorrevo da tutta una vita, uno già lo avevo realizzato a febbraio in Norvegia, ma che io inseguirò per sempre, perché credo di essere nata proprio per questo.

Ma partiamo dall’inizio.

Ci svegliamo a Vik, il sole fa capolino dietro la collinetta che dà sul mare, questa è la splendida visuale che ci regala la saletta della colazione.

Verso le h:8:30 chiudiamo le valigie e ci mettiamo in strada alla volta di Reykjavìk, dopo circa due ore e mezza siamo nel traffico della capitale, che un po’ ci sorprende dopo i giorni precedenti passati in mezzo al nulla. Parcheggiamo la macchina vicino al porto, facendo una manovra un po’ azzardata, ma non c’è arrivata nessuna multa, quindi tutto bene!

Dato che avevamo a disposizione un po’ di tempo facciamo un giretto per sgranchirci le gambe, l’aria era pungente, frizzantina, abbiamo percorso la famossima via Skolavoerdustigur, per intenderci la via dell’arcobaleno, creata per il pride è poi diventata permanente, presa d’assalto dai turisti come meta di foto anche perché sullo sfondo appare la maestosa cattedrale..

Dopo aver girato un po’ per le viuzze siamo tornati rigorosamente a stomaco vuoto verso il porto.

 Avete capito perché?

Era il momento di imbarcarci per il Whale Watching.

Ci siamo affidati a Elding Whale Whatching (vi lascio il link del loro sito Elding Adventure at Sea – Iceland Whale Watching ), arrivati al “check-in” non trovavano i nostri nomi, attimo di panico (ma subito rientrato), ci danno delle pastine per la nausea e via che si va.

Mentre saliamo Enri mi chiede: “Sei mai stata in mare?”

:”No! Cioè, con i Cutter a Fiorenzuola, ma non vale!”

:” Benissimo! Una nordica come te dove poteva fare il battesimo del mare se non nell’oceano Artico!”

L’ha detto ridendo, ma leggevo un pelo di terrore nei suoi occhi, anche perché il mare era favorevole, ma non troppo, e chi mi conosce sa quale sia una delle mie paure più grandi!

Siamo saliti a bordo, eravamo tra i primi ho dato un’occhiata alla barca, per capire dove metterci, dentro ovviamente no, quindi abbiamo indossato le tutone super sexy e siamo usciti nel piano intermedio della barca, in modo che io potessi guardare il mare ed Enri potesse stare seduto.

Alle h 13 siamo partiti e dopo la prima ora di navigazione nessun avvistamento, se non delfini che saltavano felici davanti a noi, un po’ mi stavo rattristando, in Norvegia avevo visto il mio sogno sfumarsi per colpa del mare grosso e per ora anche oggi non si metteva bene.

E poi ecco che ci fermiamo, a distanza avevamo un’altra barca che come noi faceva avvistamento da fermi il mare era bello mosso, mannaggia.

Come un fulmine a ciel sereno, anzi come uno spruzzo in mezzo al mare eccolo, il primo avvistamento, era lontano, ma ben visibile. Le magattere!

All’improvviso in mezzo all’oceano il tempo si è fermato, le mani hanno iniziato a tremarmi, il cuore a battere talmente tanto forte che pensavo potesse uscirmi dal petto e le lacrime, le lacrime hanno preso a scorrere a fiumi calde contro le guance, si scontravano con il vento freddo, ma senza paura uscivano accompagnate da singhiozzi erano lacrime di gioia di emozione.

Abbiamo ripreso la navigazione dopo circa mezz’orettae ci siamo quasi subito fermati perché tre balene nuotavano davanti ai nostri occhi e facevano la spola tra la sinistra e la destra della barca.

Ad un certo punto, mi sono affacciata a destra a lei era li talmente vicina che se fossimo stati su un gommone avremmo potuto toccarla, la sua pinna pettorale svettava fuori dall’acqua, come per salutaci.

Siamo stati un po’ con loro che, per nostra fortuna non se ne andavano e poi abbiamo ripreso la navigazione verso il porto, avevo il cuore pieno e la pancia vuota, una fame assurda, il mare non mi ha fatto male, era ora di pranzo, anzi in realtà di merenda.

Rientrati in hotel siamo crollati, in realtà solo Enrico che già si era addormentato anche sulla nave, io ero troppo eccitata, non facevo che sprigionare adrenalina, sentivo che mancava qualcosa a completare la giornata perfetta.

Così ho preso il telefono, per controllare la mia applicazione preferita, My Aurora Forecast (quella che ad oggi controllo circa 3volte al giorno anche se abito a 3000 Km dal circolo polare). Possibilità di vedere l’aurora, pari a zero, guardo il cielo, limpido, stellato, guardo l’app apro la parte dove si vede l’aurora che si muove ed era sopra l’Islanda… Scendo alla reception per chiedere una cosa della quale sapevo già la risposta, avendo io una fisima per l’aurora appunto.

:”Scusi, quante possibilità ci sono che io la veda stasera?”

Il gentilissimo signore dell’hotel mi guarda, consulta il suo sito e mi dice: “Come ho detto ai signori prima, basse, molto basse, nulle, ma ho visto persone uscire con possibilità basse e tornare con foto spettacolari”.

Non so con che coraggio ho svegliato Enrico che mi avrebbe uccisa, ma contro la sua volontà siamo usciti, perchè io me la sentivo addosso, tanto troppo.

E così dopo 8minuti di macchina noto che la gente guardava tutta a destra, verso una installazione luminosa, che strano, ho pensato!

: “Nononono! Eccola eccola l’aurora..!”

: “Michela per favore piantala, siamo in mezzo alla città, circondati dalle luci, come cavolo vedi l’aurora lo sai solo te!”

: “No, la vedo te lo giuro!”

Era vero, la vedevo, stavo delirando anche di felicità, ma la vedevo, verdina ad occhio nudo, lui guidava, quindi per farmi credere ho preso il telefono e l’ho inquadrata esclamando:” Vedi! Corri, arriva al faro, può durare un attimo, volaaaa mancano 7 minuti alla meta”.

Invece no, la Dama verde era li, ci ha accompagnati al faro, ma non solo, una volta parcheggiato è esplosa nel cielo, verde, potente ha creato un arco, ha ballato per noi, cambiando forma continuamente, la sua danza la potevamo vedere ad occhio nudo, era incredibile spariva, si affievoliva, ricompariva più carica e noi lì, in macchina, perché il vento era talmente forte che non riuscivamo ad aprire gli sportelli, ad ammirarla senza parole.

Anzi una cosa Enrico me l’ha detta : “ Se stasera non fossimo usciti, avrei rischiato di rimanere single!”